Cristiana, una cuneese in oltralpe per insegnare

“Vivo a Lille, da ormai cinque anni pieni. Prima ho vissuto per molti anni tra Torino e Parigi. Non credo di essermi mai detta ‘Basta, me ne vado’. È stato un percorso a tappe. Ho passato un anno in Francia, ai tempi del liceo. L’esperienza mi ha dato la sicurezza sufficiente dal punto di vista linguistico per seguire in seguito un percorso di doppia laurea e, più tardi, un dottorato in Francia e in Italia. Il che mi ha aperto le porte al mondo accademico, che purtroppo in Italia è un paziente in rianimazione. E quindi, nonostante io abbia avuto la fortuna di essere seguita da ricercatori di eccellenza in Italia, ho colto le possibilità lavorative che mi avrebbero permesso un minimo di stabilità altrove.
Io sono originaria della provincia di Cuneo, dove ho passato e continuo a passare molto tempo. Avevo un forte legame da piccola con mia nonna, della provincia di Belluno. Sono cresciuta a Torino. Qui è tutto piatto, piattissimo. Mi mancano le montagne! E quando soffia il vento in inverno (ma anche all’inizio della primavera) non ci sono promontori che lo fermano. Una sofferenza! Però ho scoperto che le porzioni di cielo che si possono vedere quando non ci sono altre è immensa! Non mi manca poi la qualità di vita che una situazione lavorativa più precaria mi imporrebbe.
Il Piemonte è un posto bellissimo anche se c’è la nebbia da Torino Lingotto a Fossano in inverno. I servizi nella provincia di Cuneo funzionano così bene da fare invidia a buona parte degli Stati esteri. Torino è una città stupenda, grande e a misura d’uomo. Dovremmo tutti riconoscere gli aspetti positivi prima di inveire contro chi non se ne occupa a sufficienza e dire che altrove è meglio. Però dovremmo anche tutti averne più cura perché il luogo possa rimanere attraente agli occhi di chi se ne è andato. E questo significa pensare al futuro e non riposarsi sulla gloria del passato.”

Pubblicato il 04.03.2022

da: Cuneo
a: Lille, Francia

#piemonte #scapàdaca #lille #cuneo #francia #piemontesinelmondo

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Pubblicato il 04.03.2022

da: Cuneo

a: Lille, Francia

#piemonte #scapàdaca #lille #cuneo #francia #piemontesinelmondo

“Sono professore associato in diritto commerciale in una Business School che ha sede a Lille e a Parigi. Insegno, faccio ricerca nell’ambito del diritto industriale, e partecipo alla vita della mia istituzione in vari modi.
Credo che ci siano tre elementi principali che mi hanno fatto essere “qui” dove mi trovo ora. Il primo è la ricerca di un lavoro che mi corrispondesse. Ho sempre pensato di voler lavorare in un ambiente internazionale. Dopo aver sperimentato alcuni contesti, mi sono anche resa conto di dare molta importanza all’indipendenza. E così ho scoperto che nessun lavoro offre la libertà che esiste nell’ambiente accademico, con tutti i suoi pro e contro. Il secondo elemento è stato avere bene in testa che ‘audentes fortuna iuvat’. Non si ottiene molto se non si prova. Ho colto le occasioni che mi si sono presentate, anche quando non mi sentivo all’altezza. A volte è andata bene, a volte decisamente no. Ma tutte mi sono servite. E infine, il terzo elemento è uno studio matto e disperatissimo. Se si lavora sodo, prima o poi la ruota gira.

Conosco solo il Piemonte, anzi parte di questo e cioè la provincia di Cuneo e di Torino, un po’ la Liguria di ponente e - poco - il Bellunese. Il resto lo ho vissuto solo da turista.
Già questa prima parte della risposta suggerisce che l’Italia la vedo frazionata. E in effetti credo ci siano molte realtà diverse. Grazie a un recente viaggio turistico in centro Italia posso descrivere la ricchezza e la bellezza che si può visitare a tiro di schioppo per come è strutturato il paese. In merito al numero sempre crescente degli italiani dottori di ricerca e laureati all’estero posso confermare che si tratta di un paese che aveva trovato una via, prepara bene i giovani, e poi li lascia privi della possibilità di sognare in grande, benché questi se lo potrebbero tranquillamente permettere. Alcune realtà sono “povere” nello spirito, richiuse su se stesse. Altre sono più aperte, ma rimangono spesso provinciali.”

Pubblicato il 08.03.2022

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Pubblicato il 08.03.2022

“Avere una famiglia è un privilegio, così come avere Amici (e la A maiuscola non è un caso). Io ho questo privilegio e riesco a sentire queste persone vicine anche quando non ci sono perché sono in Italia o viaggiano tra Italia e Francia.
Qui a Lille è stato semplice sviluppare una rete sociale per due ragioni principali. La prima è che ho dei colleghi fantastici. Molti di loro sono expat e quindi il contesto ma anche le loro personalità hanno facilitato la creazione di un rapporto gradevole con molti di loro. La seconda è che ho una figlia che va a scuola e costruisce la sua vita qui. E quindi sono catapultata in una rete di mamme e genitori con cui riesco a interagire facilmente.
Non è sempre stato così. La mia vita a Parigi è stata molto diversa.

Ho vissuto un periodo molto difficile quando abitavo a Parigi. Avevo problemi sul lavoro, e questo mi ha insegnato che dovremmo smetterla di biasimare sempre il sistema universitario italiano e pensare che al di fuori di questo funziona sempre tutto bene. Inoltre, era un momento di profonda solitudine, di quelle che solo le grandi città ti possono provocare. A volte le cose vanno tutte storte, ma c’est la vie e va bene così, anche perché come mi disse una cara amica allora: le cose si aggiustano.
Durante la pandemia sapevo che la mia famiglia e le persone che mi stanno a cuore stavano bene e questo mi è bastato. Avevo però uno zio in una RSA e, benché non fosse possibile fare altrimenti, provavo pena per lui e per tutte le persone che immagino si siano sentite tagliate fuori dalla vita nelle RSA.

Ho sempre puntato al rientro in Italia per anni. Devo però confessare che la vita scorre e non voglio passare la mia a pensare al futuro e perdermi il presente. Ci si adatta a dove si è. Poi, se ci saranno alcune condizioni, perché no. Di sicuro tuttavia non parlerei così se non riuscissi mai a rientrare!”

Pubblicato il 11.03.2022

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Pubblicato il 11.03.2022

L'itinerario di questa storia 

Scapà da ca è un progetto della Fondazione Enrico Eandi, fondazione culturale piemontese dedita alla valorizzazione, divulgazione e promozione del patrimonio culturale del Piemonte.